venerdì 2 dicembre 2016

Il sardene di Braille arriva in tutti i mercati

Possiamo finalmente dirlo con una certa sicurezza: siamo all'alba di una nuova era!
L’era in cui c’è, per parafrasare uno slogan dei primi del secolo "più sardene per tutti": un sardene pulito, economico e abbondante. E pensare che ci sono stati attimi davvero bui per la Terra nell’ultimo biennio, si è arrivati persino sul punto di arrendersi all’idea di ritornare ai computer laser… ma di quello sconforto non resta che un lontano ricordo ora che l’attività di estrazione del sardene di Braille va a gonfie vele e con essa, ovviamente, anche il settore informatico legato alla tecnologia quantica.
E questa è una buona notizia per l’umanità intera! Proprio così, perché a beneficiarne non sarà solo l’industria del computer o i settori direttamente connessi ad essa.  A beneficiarne saremo tutti, chi più e chi meno…
Avere a disposizione questa tecnologia di ultimissima generazione basata sul sardene asteroidale significa, infatti, più potenza di calcolo, multimedialità spinta all’ennesima potenza e maggiori incentivi alla ricerca scientifica. Insomma, solo per citare alcuni esempi: ogni singola organizzazione potrà vedere migliorata la propria area gestionale e amministrativa; per le aziende basate sulla tecnologia i vantaggi saranno triplicati; sempre più start-up innovative si affacceranno sul mercato, spinte dalle grandiose possibilità offerte da questa tecnologia.
Il risvolto della medaglia purtroppo c’è e riguarda i due settori che inevitabilmente saranno colpiti in negativo da questa situazione: i produttori di computer laser e quelli di sintosardene. Come l’andamento del mercato lascia già presagire, le aziende impiegate in queste attività presto saranno costrette a chiudere i battenti, visti i cali esponenziali dei loro utili. Ma c’è poco da disperarsi anche in questi casi, perché la soluzione è dietro l’angolo: basterà convertire il più velocemente possibile - prima di essere completamente fagocitate dal mercato - gli impianti di produzione e ridisegnare l'organizzazione in funzione delle nuove attività merceologiche che intenderanno intraprendere.

Il nostro augurio per queste realtà, quindi, è di aprire al più presto gli occhi e di cavalcare l’onda del cambiamento, invece che restare barricate dietro i propri, obsoleti, laptop laser!

mercoledì 16 novembre 2016

Ma quanto è bello il sardene amorfo

Chi ricorda il "sardene amorfo" di cui abbiamo parlato qualche servizio fa?
L’avevamo descritto come una massa omogenea pressoché inservibile. E in effetti il sardene, una volta estratto da Braille9969, si trasforma in una pappa informe di tantalio, ma l’ultima scoperta ci dice che non è così inutile come sembrava all’inizio (eh già, questo minerale ci riserva continue sorprese!). Si intravedono, infatti, nuovi usi impensabili fino a questo momento: un film di sardene si è scoperto essere sufficiente per una nuova generazione di pannelli solari in grado non solo di produrre, ma anche di accumulare energia elettrica per rilasciarla nelle ore notturne, senza bisogno delle costose batterie agli ioni di litio (tecnologia vecchia di decenni ormai).
Riassumendo con una metafora, il sardene amorfo si comporta come una spugna cattura-elettroni, che rilascia energia lentamente e a lungo. Insomma, se si riesce a trovare il procedimento giusto per catturare questa energia e comandarne il rilascio, potremmo dire addio ai vecchi pannelli fotovoltaici e illuminare la Terra intera con la metà dei costi.

Pensateci bene: è come se Braille 9969 diventasse il nostro secondo sole!

Il sardene non funziona? Ricristallizziamolo

Vogliamo aprire questa edizione quotidiana di “Cronache dalla Galassia” con una buona notizia, la prima dopo settimane buie. Si intravede, infatti, una speranza nell’operazione “Sardene su Braille9969”. Dopo i numerosi vani tentativi di recuperare le proprietà del minerale, perse in seguito all’estrazione, finalmente è venuta fuori una soluzione plausibile e – per quanto costosa – anche realizzabile. A metterla a punto sono stati i ricercatori dell'università di Nuakkott, che hanno individuato un procedimento per la ricristallizzazione del sardene dopo il suo trasporto nelle vicinanza della Terra.
Ecco in breve il procedimento, raccontato in modo da essere comprensibile anche ai non ingegneri: la tecnologia prevede l'uso di enormi lenti gravitazionali in grado di produrre una gravità negativa che stimola la formazione di cristalli a partire da un insieme amorfo di atomi di tantalio che riacquistano la forma originale. Si ipotizza, cioè, una sorta di "memoria del sardene", recuperabile a posteriori solo in un ambiente dotato di gravità significativa.
Il metodo potrebbe essere assimilato a quello utilizzato in alcuni centri medici per la saldatura pressoché istantanea di fratture ossee e come coadiuvante nella cura di alcune forme di osteoporosi.
L'impianto avrebbe costi di esercizio relativamente ridotti, ma la sua costruzione richiede investimenti iniziali proibitivi, difficilmente sostenibili per una compagnia privata da sola. Per questo motivo prevediamo la nascita, da qui ai prossimi giorni, di qualche interessante forma di alleanza tra (ex) agguerriti competitori!


I computer del futuro? Lenti e imprecisi

In seguito alla recente triste notizia, la fine della speranza di avere sardene in quantità illimitata, un pensiero verso il futuro dell’industria informatica è d’obbligo.
La rete è in fermento da giorni ed è subito emerso un filone, nato nell’Università di Helsinki, dove alcuni scienziati “ultra-pessimisti” hanno prefigurato il tragico scenario dell’industria del computer tra quindici anni. Secondo questi studiosi, infatti, senza il sardene l’informatica rischia di tornare indietro di decenni, quando l'unica tecnologia disponibile era basata sul quarzo. E - ahi noi - ce la ricordiamo quasi tutti: macchine lente, calcolatori imprecisi e poco performanti, debolezze dal punto di vista della sicurezza.
Il problema, secondo la scuola di Helsinki, è che questa inversione di marcia non riguarderà soltanto l’informatica in senso stretto, ma anche tutte quelle discipline che in un modo o nell’altro hanno a che fare con lo sviluppo degli hardware: per cui le amministrazioni centrali, locali e aziendali diventeranno meno efficienti (si presume addirittura un ritorno al cartaceo per la gioia di tutti gli ambientalisti!), la ricerca scientifica perderà mordente, il servizio sanitario tornerà agli anni venti del millennio e così via… In poche parole il mondo intero farà un passo indietro!
Per fortuna, però, esistono anche internauti meno catastrofici che rifiutano questa concezione nichilista del futuro e sono convinti che il genere umano, da qui a pochi anni, escogiterà il modo di superare la scarsità del sardene sulla Terra…

Chi la spunterà? Staremo a vedere!

L'inutile dene di Braille 9969

Incredibile ma vero: quella che doveva essere la più grande scoperta del ventennio si è rivelata, con molta probabilità, il più grande flop del secolo!
Stiamo parlando del sardene sullo spazio… La fiducia riposta dall’umanità (ma soprattutto dalle grosse aziende del settore energetico) nel sardene di Braille 9969 è venuta a crollare in seguito ai recenti sviluppi: appena estratto dal sottosuolo asteroidale, il sardene si è trasformato in una massa amorfa inservibile per gli scopi a cui era destinato.
Pensate a estrarre diamanti e trovarsi grafite, buona solo per fare le matite. Il paragone regge!
Non è difficile immaginare adesso l’imbarazzo dell'Unione Mondiale, che pure aveva riposto grandiose aspettative in questa scoperta, e investito nell’operazione tutto il futuro dell’informatica. Basti pensare che la Cina e il Nordamerica, che fino all’altro ieri erano sul punto di farsi guerra per accaparrarsi il primato dell’estrazione, hanno già ritirano i loro incrociatori dall'area dell'inutile asteroide.

Ci saranno ri-capovolgimenti (questa volta in positivo) della situazione? Ci auguriamo proprio di sì!

giovedì 3 novembre 2016

Un'estrazione difficile

“Non dire sardene se non ce l’hai nel sacco!". È con questo antichissimo detto rivisitato per l’occasione che vogliamo aprire questo nuovo articolo del nostro blog, dedicato ad una questione quanto mai delicata: l’estrazione del sardene nello spazio.
L’entusiasmo iniziale per la scoperta dell’oro verde sull’asteroide 9969 Braille, infatti, è stato subito seguito da un generale scoraggiamento e piedipiombismo, da parte degli esperti del settore, a causa delle importanti difficoltà tecniche che ha dimostrato di comportare l’operazione di estrazione del minerale sull’asteroide.
La decennale esperienza di estrazione di sardene sulla terra nulla (o a ben poco) sembra valere nella volta celeste, dove le differenti condizioni fisiche stravolgono completamente gli standard tecnici sviluppati e raffinati negli anni. L’assenza di gravità, la pressione e temperatura presenti su Braille, oltre all’infinità di anni-luce che separano l’asteroide dalla Terra, complicano di gran lunga il lavoro e rischiano di far andare in frantumi il materiale prima ancora di averlo accumulato.
E allora quali potrebbero essere le vie percorribili per ovviare a questo increscioso inconveniente?
Secondo i massimi esperti le opzioni sarebbero due. Una prima prevede la prelavorazione in loco, operazione che stabilizzerebbe il materiale rendendolo quasi inerte, ma che ne ridurrebbe - nel contempo - la quantità, generando quasi un 40% di perdita dal grezzo. L’alternativa sarebbe quella di organizzare una nutrita flotta di grandi navi da trasporto, dotate di container fatti apposta per salvaguardare il prezioso minerale durante il viaggio per raggiungere la terra.
Un bel rompicapo per i grandi player del settore energetico, insomma, che si va ad aggiungere alle già difficili condizioni politiche ed economiche della missione.
In bocca all’ufo! 


Tempesta su Braille

È stata confermata solo adesso la notizia, uscita già ieri nel tardo pomeriggio da fonti ufficiose,  di un minaccioso scontro tra due navi spaziali: una appartenente al Nordamerica, l’altra di bandiera cinese. A fare da scenario all’accaduto non poteva che essere l’asteroide, ormai divenuto celebre, “9969 Braille”.  Per fortuna l’intervento tempestivo dei caschi d’argento, le forze pacifiche intergalattiche, ha messo quasi subito fine a quella che (stavolta) poteva essere davvero la prima guerra spaziale.
 Il tutto si è risolto, quindi, con qualche raffica laser e un paio di bombe a idrogeno, che per fortuna non hanno causato danni seri a persone ed entità. La situazione però si è fatta piuttosto incandescente e, per il bene comune, si è deciso di innalzare un portale elettrodinamico su Braille per impedire alle due basi nemiche di interagire.

Sulla Terra c’è molta preoccupazione per questa vicenda, soprattutto per le ripercussioni che potrà avere sulla recente scoperta legata all’asteroide. L'Unione Mondiale ha già comunicato che intenderà prendere una decisione salomonica al riguardo: l’azienda (o l’ATI) che vorrà aggiudicarsi i lotti per l’estrazione del sardene su Braille, dovrà riuscire ad ottenere il Nulla Osta da entrambi gli Stati in lotta.

E noi prevediamo già un gran via vai nei prossimi giorni, lassù nello spazio…